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Lemma  radice 
Categoria grammaticale 
Lingua  italiano 
Opera  Whitney (1876) 
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Traduzioni   
Citazioni 

[…] 'bau-bau' è un tipo, un esempio normale, di tutto il genere "radice". (pp. 357-358)
- Whitney (1876)

[…] parecchie di quelle tenute ora generalmente per radici risultano da una composizione, contenendo esse un elemento formale fuso con una radice […]. (p. 243)
- Whitney (1876)

[…] se tutte le altre [lingue] han preso le mosse da radici pronunziabili anche da sole, composte di una combinazione di consonante e di vocale, e son poi cresciute mercè il sovrapporsi ab extrinseco alle radici altri elementi ad esse analoghi, non è credibile che pel semitico la cosa sia proceduta altrimenti. (p. 304)
- Whitney (1876)

In ogni singola radice si ebbe dapprincipio - come ora può aversi una singola interiezione monosillabica- una intera affermazione o domanda o comando, a cui il tono della voce o il gesto concomitante, o le stesse circostanze in cui era profferita, davano sufficiente interpretazione: appunto come nel bastone o nella pietra c'era, e può all'occorrenza esserci ancora, una varietà di strumenti o di armi. (p. 275)
- Whitney (1876)

Né queste parole [parole cinesi] son, come i monosillabi inglesi, logore reliquie di un anteriore stato linguistico senza flessione. Non c'è ragione di dubitare che sieno vere radici non sviluppate […]. (p. 287)
- Whitney (1876)

Ciò che è paragonabile alla radice è piuttosto il bastone o la pietra, che fu indubbiamente il primo strumento dell'uomo: ordigni ed armi grezze, usate per tanti diversi fini, a cui noi ora adattiamo una corrispondente varietà di ordigni molto più complicati ed adorni. (p. 274)
- Whitney (1876)

Le radici indo-europee […] sono gli elementi linguistici preesistenti all'intero sviluppo dei mezzi grammaticali, prima dello sviluppo della flessione, prima della separazione delle parti del discorso. (p. 243-244)
- Whitney (1876)

Le linee di sviluppo di tutte le famiglie linguistiche risalgono infine a una identica condizione originaria, quella di radici senza forme; e quali precisamente coteste radici fossero per suono e per significato, noi non possiamo per la più parte delle famiglie cominciare ancora a rintracciarlo; quindi non si può negare che esse 'possano' essere state le stesse per tutte le famiglie. Si può parlare di probabilità quanto ci pare; ma impossibile, veramente impossibile, l'identità di origine non è. (pp. 324-325)
- Whitney (1876)

Quello, cioè, che si dice la radice semitica è (fuorché nei pronomi e in un numero insignificantissimo di altri casi) un conglomerato di tre consonanti, né più né meno […] Con ciò, naturalmente, non s'intende che tali conglomerati furono, come le radici indo-europee, i germi storici di un complesso di forme derivative; ma, come si arriva alla radice dell'indo-europeo coll'eliminare via via gli elementi formali variamente sovrappostisi, così si arriva, eliminando gli elementi formali, alla radice semitica. Ma questa non include una vocale che ne faccia parte integrante e immutata; il gettare, anzi, tra consonante e consonante una data vocale dà subito luogo ad una speciale forma grammaticale. (p. 300)
- Whitney (1876)

[…] perché debbano i germi della lingua essere quel che si son dette radici, indicanti cose astratte, come le azioni e le qualità, mentre son di certo gli oggetti concreti quelli che più presto e più facilmente son percepiti dallo spirito. (pp. 356-357)
- Whitney (1876)

 
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