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Lemma  linguaggio e razza 
Categoria grammaticale 
Lingua  italiano 
Opera  Whitney (1876) 
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Traduzioni   
Citazioni 

Le caratteristiche di razza non possono trasfondersi che col sangue; ma ciò che una razza si è acquistato, - lingua, religione, scienza,- può essere preso e dato a prestito. (p. 337)
- Whitney (1876)

[…] una lingua è ciò che quei che la parlano la fanno: la sua struttura, qual ch'essa sia, rappresenta la loro capacità collettiva circa quel punto. La struttura della lingua è, non meno di ogni altra parte della civiltà, l'opera della razza; ogni generazione, ogni individuo ha fatta la sua parte nel coniarla […] La razza che ha il più di buona forza regolatrice riuscirà a dare un prodotto ammirabile; quella che no, no. (pp. 271-272)
- Whitney (1876)

[…] [il nostro linguaggio] c'è insegnato da quelli tra i quali ci toccò di passar la puerizia. E questa risposta ovvia e di mero buon senso è […] la risposta giusta. In primo luogo, assa mette da parte ed esclude due altre risposte, che si potrebbero affacciare alla mente: che il linguaggio sia una caratteristica della razza, e come tale ereditato dai propri antenati, unitamente al colore, alla costituzione fisica, alle qualità del carattere, e simili; o che sia indipendentemente prodotto da ogni individuo, nel natural corso del suo sviluppo corporeo e mentale. (pp. 8-9)
- Whitney (1876)

[la scienza del linguaggio] Cerca di conoscere che valore abbia il linguaggio per la mente, e qual sia stata la sua parte nello sviluppo dell'umana specie. E, meno direttamente, cerca di intendere ed esporre quel che può della storia dello sviluppo umano e della storia delle razze, e i loro movimenti e connessioni; fin dove tutto questo deve leggersi nei fatti del linguaggio. (p. 5)
- Whitney (1876)

[…] lingue affatto diverse son parlate da società delle quali l'etnologo fa una razza sola; e lingue affini son parlate da uomini di razza evidentemente diversa. (p. 326)
- Whitney (1876)

Contro la teoria che considera il linguaggio come una caratteristica di razza, basta opporre una sola prova, l'esistenza di una società di uomini, come l'americana, ove si trovano in abbondanza discendenti di avi africani, irlandesi, tedeschi, europei del mezzodi, asiatici, non meno che d'inglesi, eppure adoperanti tutti lo stesso dialetto, senz'altra varietà che quelle provenienti dalla località o dall'educazione, niuna essendovene che mostri invece traccia d'altra "lingua materna" o "favella nativa". (p. 9)
- Whitney (1876)

Nella lunga serie dei secoli, vi sono state infinite usurpazioni, sovrapposizioni, mescolanze, spostamenti, distruzioni, tra le razze umane, o, se si vuole, tra i rami derivati dell'unica razza umana, come tra i linguaggi umani, o se si vuole, tra i rami derivati dell'unico linguaggio umano. (p. 327)
- Whitney (1876)

La testimonianza che il linguaggio fa della razza, non è quale la fa un carattere fisico, od altro che in questo si fondi e lo rappresenti; è la testimonianza che può dare una istituzione tramandata, la quale all'occorrenza può essere lasciata dai suoi naturali eredi o raccolta da uomini di altro sangue. (pp. 326-327)
- Whitney (1876)

Pochi linguaggi vi sono a questo mondo scevri di mescolanze, come poche razze vi sono cosiffatte; ma l'una mistura non determina punto l'altra, né è la misura dell'altra. (p. 10)
- Whitney (1876)

L'ammetter […] che un linguaggio possa scambiarsi, non è già negarne il valore come monumento della storia dell'uomo, ed anche delle razze; è solo stabilire questo valore sulla sua propria base, e confessare quelle limitazioni che sono inevitabili […] Resta sempre vero che, in complesso, la lingua è determinata dalla razza, dappoichè ogni essere umano solitamente impara a parlare dai genitori e dai congiunti. E le spiccate eccezioni a questa regola hanno luogo piuttosto nella piena luce dei tempi storici […]. (p. 329)
- Whitney (1876)

[…] non c'è ragione perché una razza debba avere in proprio la incapacità allo sviluppo linguistico; quindi il trovare lingue monosillabiche in diverse parti della terra non ci darebbe il diritto ad inferire che esse lingue siano connesse tra loro originariamente. (p. 290)
- Whitney (1876)

Vedemmo non esservi alcun legame necessario tra razza e lingua; ogni uomo parlare la lingua che gli fu insegnata, non essendo egli nato nel possesso di alcuna in particolare. E, come ogni individuo può parlare una lingua diversa da quella de' suoi parenti o de' suoi antenati più remoti, così una società (la quale non è altro che un aggregato di individui) poter fare lo stesso, senza ritener la menoma traccia della lingua avita. (p. 326)
- Whitney (1876)

 
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