Ma una parte delle forme inglesi, derivative e flessionali, apparisce fatta per modificazione interna piuttostocché per addizione esterna. (p. 159) - Whitney (1876) […] nei nostri linguaggi le forme son fatte con l'aggregazione estrinseca di elementi che prima eran parole indipendenti. (p. 162) - Whitney (1876) […] fin a che la parola indipendente, nella sua forma e nel suo significato individuale, si riconosce chiaramente nella combinazione, fin allora quest'ultima resta un composto piuttosto che una forma […]. (p. 157) - Whitney (1876) […] non vi è un'assoluta linea di separazione tra ciò che è materiale e ciò che è formale in una lingua. Materia e forma son vocaboli relativi, indicano solo diversità di grado, indicano i poli di una serie continua, di cui le parti successive sfumano l'una nell'altra. (p. 269) - Whitney (1876) Che se invece badiamo come la giustapposizione, e la combinazione, e l'integrazione, e la mutilazione, e la corruzione, tutto, operi successivamente sopra lo stesso materiale, in ogni parte del linguaggio, producendo forme e distruggendole daccapo; ci parrà naturalissimo che il mutar delle circostanze e delle abitudini della società, che va sempre formando il suo linguaggio la inducano a svilupparlo gradatamente. (p. 257) - Whitney (1876) Le forme, anche dei più ricchi linguaggi conosciuti, dan corpo e distinta consapevolezza solo ad una piccola parte della infinità di rapporti sussistenti tra gli obbietti del pensiero, rapporti che tutti la mente implicitamente riconosce pur quando non dirige l'attenzione ad essi con l'espressione. (p. 136) - Whitney (1876) Questo trasferire una distinzione formale, che occorre solo in certe parole, ad altre parole ove non è punto fatta, è un tratto importante nella storia delle forme. (p. 264) - Whitney (1876) Quando per la prima volta diam di piglio ad un secondo linguaggio, non possiamo far a meno di tradurre i suoi segni in quelli che già conosciamo; le peculiarità della sua forma interiore, la non identità e la incommensurabilità delle idee, quali esso le plasma ed aggruppa, con le idee della nostra favella nativa, dapprima ci sfuggono. Appena però acquistiamo familiarità con esso, appena i nostri concetti si adattano al suo schema ed operano direttamente attraverso esso, noi veniamo a vedere che i nostri pensieri sono gettati per esso in forme nuove, che la fraseologia sua è tutta sua e inconvertibile. (pp. 27-28) - Whitney (1876)
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