Citazioni |
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C’è tuttavia un criterio che, una volta applicato, potrebbe finire con lo stabilire dei contrasti interessanti fra le lingue. È quello che si potrebbe chiamare l’ammontare di motivazione nel vocabolario: alcune lingue usano un insieme relativamente piccolo di monemi perché ricorrono spesso alla composizione e alla derivazione; si può dire che il loro vocabolario è ampiamente motivato: tale cosa viene chiamata in questo o quell’altro modo perché è questo o quello. Altre lingue hanno un numero relativamente grande di designazioni inanalizzabili; il loro vacabolario è quindi più ampiamente arbitrario nel senso saussuriano del temine: una cosa si chiama così per ragioni che non si possono scoprire, eccetto, forse, per gli etimologisti […] È probabile che questo contrasto fra vocabolario motivato e arbitrario sia qualcosa di cui si rendono conto più i linguisti starnieri e i puristi locali che non la media delle persone che usano una lingua: io, che sono francese di nascita, ho dovuto leggere il diario di Ernst Jünger all’età di trentaquattr’anni prima di rendermi conto che 'beaucoup de' una volta deve essere stato identico al sintagma 'beau coup de'. (pp. 128-129) - Martinet (1984)
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