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Lemma  lingua 
Categoria grammaticale 
Lingua  italiano 
Opera  Martinet (1984) 
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Citazioni 

[…] I linguisti hanno continuato ultimamente a ripetere che una lingua è una struttura o, forse, una struttura di strutture e se questo è vero dovremmo aspettarci di trovare delle connessioni interne che si estendono da un capo all’altro del complesso. Questo sarebbe vero se una lingua fosse uno di quegli strumenti o macchine che lavorano con perfetta accuratezza e senza alcun ritardo sensibile nelle trasmissioni. Ma questo non è il caso della lingua. Come vedremo più oltre, ogni lingua conserva dei tratti che risultano dal suo funzionamento di molte migliaia di anni fa. (p. 102)
- Martinet (1984)

[…] l’intera lingua, così come è rappresentata da discorso corrispondente, può essere esaurientemente ridotta a successioni di monemi e fonemi. Abbiamo semplicemente detto che quello che vogliamo chiamare una lingua fa uso di monemi e fonemi; se poi aggiunga loro altri espedienti che possano oscurare o distorcere alcuni tratti della doppia articolazione, questa è un’altra questione. (pp. 49-50)
- Martinet (1984)

Tutto questo ci porta ad una definizione di «lingua» che può svilupparsi come segue: una lingua è uno strumento di comunicazione secondo il quale l’esperienza umana si analizza, differentemente in ogni comunità, in unità (monemi) con un contenuto semantico e una forma fonica. Questa forma fonica, a sua volta si articola in unità distintive e successive (fonemi), il cui numero in una data lingua è fisso e la cui natura e i cui mutui rapporti variano anch’essi da lingua a lingua. Questo implica che dobbiamo riservare il termine «lingua» ad uno strumento di comunicazione che è doppiamante articolato e la cui manifestazione esterna è vocale. A parte questa base comune, non si deve chiamare linguistico che ciò che può essere diverso da una lingua all’altra. È così che dobbiamo interpretare l’affermazione di Saussure che i tratti linguistici sono arbitrari e convenzionali. È chiaro che questa definizione, nonostante la sua pesantezza e lunghezza, non enumera tutti i tipi di tratti che possono entrare nell’edificio della lingua. Possiamo anche essere sicuri che non include elementi che probabilmente hanno una parte in tutte le lingue conosciute. (p. 48)
- Martinet (1984)

Tutto questo indica un tratto fondamentale del linguaggio umano: il suo variare da una comunità all’altra e il suo variare nel tempo […] La lingua cambia perché segue i bisogni dell’uomo che cambiano. Ne segue che qualsiasi tratto del discorso che si trovi automaticamente in tutte le comunità deve essere considerato non linguistico, o, tutt’al più, marginalmente linguistico. (pp. 43-44)
- Martinet (1984)

Il linguaggio è un’istituzione. Una lingua è un insieme di abitudini che il bambino – o l’adulto nel caso di una seconda lingua – impara per imitazione di coloro che lo circondano. (p. 105)
- Martinet (1984)

Questo ci lascia senza una definizione di quello che è nostro dovere e scopo di indagare, vale a dire il linguaggio umano, propriamente così chiamato nelle sue forme diverse: le lingue in quanto realmente parlate dagli uomini […] Dobbiamo piuttosto cercare di determinare quello che hanno realmente in comune tutte le lingue che conosciamo, tutti gli stumenti di comunicazione che vogliamo chiamare «lingue», cosicchè non chiameremo «linguaggio» qualche sistema semiotico che non presenti quel minimo di caratteri comuni. Le lingue servono a molti scopi. Certamente ci aiutano a pensare. Ci permettono di sfogare i nostri sentimenti contenuti. Le usiamo come mezzi artistici. Ma le lingue sono usate innanzitutto per la comunicazione, cioè la trasmissione dell’esperienza da una persona all’altra. (pp. 40-41)
- Martinet (1984)

 
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