Citazioni |
 |
[…] il tipo analitico si ha quando la parola non basta di per sé ad esprimere il rapporto che ha con gli altri elementi della proposizione e servono a tal fine altre parole. Caratteristica del [...] tipo è l'uso delle preposizioni e di formazioni perifrastiche. - Pagliaro (1930), a pag.134 [...] dobbiamo rilevare come in realtà il passaggio dal tipo sintetico al tipo analitico nello sviluppo delle lingue rifletta un mutamento fondamentale nel tipo dell’espressione. Nel tipo analitico, che ha la sua manifestazione più completa nelle lingue cosiddette isolanti, il maggior peso è posto nell’espressione dell’oggetto, della sostanza, mentre in quello sintetico il maggior peso è posto nell’espressione del rapporto. Nel primo caso si ha un prevalere dell’elemento affettivo, nel secondo caso un prevalere dell’elemento logico. Se si considera la storia delle singole lingue, si vedrà che, quando si afferma in una società una vita intellettuale molto spiccata, la lingua tende all’espressione sintetica la quale facilita e rende completa l’espressione del rapporto; al contrario, quando la vita di un popolo è dominata da motivi affettivi, la lingua ha espressione grammaticale analitica. In linea di massima si può dire che quando prevale una cultura intellettuale deterministica, razionale, come è quella che caratterizza l’antico mondo arioeuropeo, nell’espressione prevale la struttura logica e questa noi vediamo affermata nell’antico indiano (il popolo indiano è il più intellettualistico del mondo antico) e in minor misura nel greco e nel latino. Quando decade quel tipo di cultura, poiché le forze vive del popolo si impongono con una visione più individuale e più intuitiva della realtà, l’espressione diventa analitica. - Pagliaro (1930), a pag.135-136
|