Bacone (1561-1626) definisce la grammatica philosophica che si contrappone alla grammatica letteraria «grammaticam quondam quae non analogiam verborum adinvicem, sed analogiam inter verba et res, sive rationem, sedulo inquirat» ('De digitate et augmentis scientiarum' VI, i) e vorrebbe che tale grammatica si assumesse il compito di integrare e migliorare la capacità espressiva di ciascuna lingua […] La lingua non è espressione del pensiero logico, bensì di tutta l’attività spirituale e compito della grammatica filosofica è dunque quello d’indagare i rapporti fra le parole e le cose, meglio le sensazioni che esse destano in noi.
- Pagliaro (1930), a pag.34-35